
09 Giu La preparazione delle talee innestate per il trapianto in vivaio
La preparazione delle talee innestate per il trapianto in vivaio: una fase cruciale nella produzione vivaistica
Con la conclusione della delicata fase di forzatura in serra, ha inizio uno dei momenti più significativi e operativi del ciclo produttivo vivaistico: la preparazione delle talee innestate per il trapianto in vivaio. Un’attività altamente specializzata che richiede precisione, competenza e rispetto rigoroso delle tempistiche, per garantire il successo del radicamento e lo sviluppo dei futuri tralci.
Acclimatazione post-serra e cernita manuale
Dopo settimane trascorse nella serra per favorire la saldatura tra portinnesto e marza, le talee innestate vengono trasferite in una zona tiepida e protetta del magazzino. Questo passaggio ha l’obiettivo di acclimatare gradualmente le barbatelle alle nuove condizioni ambientali, in vista della seconda e fondamentale paraffinatura.
È in questa fase che si procede a un’accurata selezione manuale delle talee. Ogni elemento viene analizzato visivamente per verificarne la qualità: è essenziale che il punto di innesto si presenti ben saldato, che si sia formato un callo consistente, e che la gemma abbia regolarmente germogliato. Questo insieme di fattori è il principale indicatore di una corretta fusione tra portinnesto e marza, garanzia di una futura vite sana e produttiva.
La seconda paraffinatura: protezione estiva per le barbatelle
Una volta superata la selezione, si passa alla seconda paraffinatura delle talee. Questo trattamento ha una funzione protettiva essenziale: il film di paraffina avvolge la zona dell’innesto e il callo neoformato, preservandoli dagli stress termici estivi, evitando la disidratazione e limitando la traspirazione. Un accorgimento tecnico che contribuisce in maniera sostanziale alla salute della pianta durante le fasi iniziali della crescita.
Le talee così paraffinate vengono sistemate in cassette di dimensioni più ridotte rispetto a quelle utilizzate in serra. Questa scelta logistica ha un duplice vantaggio: facilita il trasporto fino al vivaio e, grazie alla presenza di acqua sul fondo delle cassette, mantiene l’idratazione costante delle talee, prevenendo il disseccamento e assicurando un ottimale stato fisiologico al momento del trapianto.
Il trapianto in vivaio: tecnica e organizzazione
Il trapianto rappresenta un’altra fase totalmente manuale, dove ogni singola barbatella viene messa a dimora con cura nel terreno. Prima del trapianto, viene steso un telo da pacciamatura che ha la funzione di limitare lo sviluppo delle erbe infestanti, mantenere l’umidità del suolo e creare un ambiente favorevole per l’attecchimento.
Nel vivaio, la gestione si fa estremamente precisa: ogni partita viene rigorosamente separata in base alla varietà della vite e alla tipologia di portinnesto. Questa suddivisione è fondamentale per evitare mescolanze accidentali che comprometterebbero la tracciabilità e la qualità del prodotto finale.
Oltre alle classiche barbatelle e barbatelloni, in questa fase vengono piantate anche le talee destinate a diventare VitiDea, ovvero piante che seguiranno un percorso di coltivazione differente. Queste ultime saranno oggetto di una gestione vivaistica personalizzata, con tecniche e cure specifiche in base all’obiettivo finale del prodotto.
La preparazione delle talee innestate per il trapianto in vivaio è una tappa decisiva, che condiziona l’intera filiera vitivinicola. Ogni gesto, ogni passaggio, ogni controllo è frutto di un sapere artigiano che si tramanda e si affina negli anni, con l’obiettivo di produrre viti forti, sane e capaci di dare vita a vigneti longevi e produttivi. È qui che inizia, silenziosamente, la storia di ogni bottiglia.